Un'altra Giulietta

La prefazione di Paolo Vachino


Eccoci tra le mani la nuova narrazione di quell'inesauribile affabulatore e poeta che è Luigi Maffezzoli, le cui parole scorrono e pulsano sulle pagine. Questa volta più che di fronte a un'indagine siamo al cospetto di un indagare, che è qualcosa di diverso e di piugrave;, letteralmente - lo spingere qualcuno dentro qualcosa -, proprio come la muta dei cani all'interno della zona di caccia. Non è la semplice indagine per scoprire l'omicida, ma è l'indagare le ragioni misteriose e profonde che ne sono l'anticamera, l'(in)volontario preludio. Luigi questa volta ha scelto di raccontare la storia attraverso l'altalenarsi di due diverse voci narranti. Barbara e Leonardo, due amici, una giornalista e un ex commissario, due diverse generazioni a confronto e incontro, quasi mai in scontro, che si ritrovano a festeggiare i quarant'anni di Barbara, tornata per l'occasione nel piccolo paese da dove suo padre aveva mosso i primi passi verso la città in cerca di lavoro e fortuna. Comincia lei - a narrare. Una storia che deve essere assaporata nei dettagli minimi. L'universo affabulato di Luigi necessita di essere conosciuto in ogni piccola particella. Un romanzo che contiene infiniti racconti - di poche righe -, poesie, aforismi, saggi, pensieri, divagazioni, stupori, meschinitagrave;, violenza, rammarichi, illuminazioni, silenzi. Il libro si apre con i due protagonisti seduti "su una panchina ai bordi della strada che costeggiava la piccola spiaggia, io e il mio amico commissario". E prosegue: "Nel suo lato, accanto alla panca, c'era un ulivo, dalla mia parte un oleandro". Ecco la prima perla di cui la storia ugrave; disseminata. In una frase due pseudo-biografie immaginarie. Dalla parte di lui un ulivo, pianta dalla millenaria tradizione, simbolo di speranza e di pace. Per i greci simbolo di fertilità. Nell'antico testamento simbolo di giustizia e di sapienza. Leonardo è come quell'ulivo, mentre Barbara dalla sua parte ha un oleandro che le serve da monito. Per gli antichi era simbolo di armonia dell'intero universo, mentre oggi sta a significare l'oblio, il voler dimenticare. Barbara che cerca di dare un ordine al caos vivendo l'esatto contrario dei torpori oblianti, tenendo aperta la curiosità su tutto ciò che la circonda e da cui si lascia continuamente attrarre. Così, il fine settimana che doveva essere una festosa rimpatriata amicale diventa un inseguimento del male e del malvagio che si insinua e precipita nelle nostre vite. Proprio come l'oleandro - che è una delle piante piugrave; tossiche. Questo libro deve essere messo in carica come se fosse una poesia di Luigi, perchè ogni sillaba è un antro buio e misterioso che ci conduce sempre altrove. La storia è raccontata attraverso l'altalenarsi degli sguardi di Leonardo e di Barbara. Una bidimensionalità narrante che produce gli stessi effetti della tridimensionalitè cinematografica. "Mi risvegliarono le campane che annunciavano la messa solenne delle dieci. Rimasi qualche minuto immobile sotto la doccia, per lavar via quei pensieri dolorosi, ma quelli tornarono non appena chiusi l'acqua. Mi rimisi gli abiti del giorno prima, litigai con i capelli cercando inutilmente di pettinarli, poi me li legai dietro, mi guardai allo specchio e feci una smorfia. Poi uno sguardo all'orologio e un lungo sospiro, presi la borsa e andai". Il lettore sente il suono delle campane nelle orecchie; sente gli schizzi della doccia arrivargli in faccia; sente l'odore degli abiti indossati il giorno prima; il rumore del pettine che tenta di snodare i capelli; i bagliori di uno specchio, le lancette dell'orologio. Il lungo sospiro. Luigi stende un tappeto soffice di parole sul quale la storia fa la sua passerella, non di modella che ancheggia per esaltare il vestito indossato ma di madre che porta il cucciolo nella sua tana. Nel percorrere il sentiero impervio della verità di una tragica e drammatica storia di provincia, il libro si apre in un affresco sul degrado dei tempi. Luigi attraverso il suo narrare esplora le contraddizioni e l'insoluto dell'epoca che ci è data in sorte di vivere. È un trasporto leggero attraverso il mistero che lentamente si dipana. La prosa di Luigi non è in cerca di soluzioni né tantomeno di assoluzioni. È la soluzione. La risposta della scrittura nel corso di una vita intera. La risposta che produce domande, che si insinuano nelle coscienze per tenerle ancorate al reale attraverso l'immaginazione e la visione. Grazie Luigi per non avere perso l'incanto dei primi passi, per praticare l'arte antica della leggerezza in cui è contenuto tutto il peso del mondo.



PresentazioneIncipitL'autoreVideo 22-12-2020
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Brano musicale: "Anthem" di Leonard Cohen cantata da Leonard Cohen.