Mary della valle e altre storie

postfazione di Carmine Valendino



Il lettore che è ormai arrivato a queste ultime pagine del volume di racconti brevi di Luigi Maffezzoli, intitolato Mary della valle e altre Storie, avrà senz'altro già trovato spunti di interesse e di riflessione e sarà stato sicuramente colpito dal modo di porgere queste storie che l'Autore ha. Infatti l'approccio narrativo di Luigi richiede una particolare attenzione e deriva da un umile tirocinio letterario: la semplicità è un risultato che si può ottenere solo evitando il narcisismo e l'autocompiacimento.
Luigi Maffezzoli si esprime con gentile levità e non importa chiedere all'Autore se le sue storie siano frutto d'invenzione o se derivino dalla realtà vista e vissuta. La comprensione di queste narrazioni profondissime passa attraverso la conoscenza e l'interpretazione che l'Autore ha della vita e del vero. Lo "sguardo sul mondo"che Luigi Maffezzoli ci propone è di pura adesione alla realtà - così complessa e ingarbugliata -, non di fuga o di evasione, perché il sentimento che promana dalla lettura di queste ricche pagine è quello di profonda pietas umana e, non secondariamente, sociale.
A volte, infatti, vengono ritratti e rappresentati gli ultimi, quelli che dentro di sé portano smarrimento, confusione, consapevoli esperienze di naufragi esistenziali, ma che pure hanno e recano dentro se stessi quella umanità che li fa sentire vicini a noi lettori, affini al nostro stesso sentire, al nostro vissuto di esperienze e di emozioni, spesso fatte di ansie e di incertezze.
È per tutti questi motivi che "percepiamo"nostri questi racconti e ci ritroviamo in un certo senso proiettati dentro queste storie così bene narrate, perché sono vicende, quelle descritte, che ci offrono materiale e spunti di riflessione da cui, se non siamo ignavi, non possiamo esimerci dall'esserne partecipi e coinvolti, non solo come lettori, quanto perché uomini e donne.


      
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